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Questo libro (Libertà di parole) nasce da un'antica passione dell'autore, quella della lettura, cominciata quando ha imparato a leggere, e mai dismessa. Una lettura onnivora, che lo ha portato a collezionare oltre quindicimila volumi, e a occuparsi quindi di parole: come si scrivono, come si pronunciano, cosa significano, qual è la loro origine. Non è però uno specialista, ma casomai un dilettante curioso, cui il mestiere di giornalista ha consigliato una lettura attenta di manuali e dizionari. E quindi soprattutto il caso la scelta degli argomenti, che non poteva tuttavia che cominciare da Dante, e da qualche curiosità collegata alla sua (e poi diventata nostra) lingua. La "libertà" arriva fino a un aggettivo, "petolosa", che i vocabolari ancora non conoscono, ma i cronisti sì, perché ne hanno parlato fino alla dismisura.